Petrolati & Co., ecco il mio punto di vista

luglio 4, 2012 | 22 Comments

Tempo fa (molto tempo fa!) realizzai un video tutorial in cui utilizzavo la vasellina per creare un lipgloss. Sotto questo video, inizialmente molto apprezzato, ho recentemente ricevuto commenti del tipo “Non si usa la vasellina, è cancerogena!”.

A tal proposito, dopo decine di ore passate a fare ricerche varie, vorrei esprimere il mio modesto parere, premettendo che non sono medico/farmacista/dermatologa.

Ultimamente va di moda l’eco-bio.
Io non amo le mode, o almeno non mi piace seguire ciecamente un filone.

Ho scritto volutamente “va di moda”, perché poi ci si rende (leggendo i commenti lasciati sui forum o semplicemente ascoltando chiacchiere tra ragazze) che esistono contraddizioni decisamente strane.

Conosco donne che usano solo shampoo eco-bio ma poi per lavare i capelli sprecano vagonate di acqua, che usano solo una noce di bagnoschiuma eco-bio ma poi versano nel lavello della cucina l’olio esausto della frittura, o peggio ancora c’è chi si ammazza a lavare il pavimento con l’aceto ma usa l’auto anche per fare 500 metri. Ci sono anche quelle che non appena verificano che i prodotti che hanno in casa non hanno un buon inci li svuotano nel lavandino e corrono a comprare quelli eco-bio. Infine ci sono quelle che non usano la vasellina ma ogni settimana corrono dall’estetista per ritoccare la ricostruzione alle unghie (che da recenti studi americani favorisce l’insorgere di tumore).

Nella mente di molte (troppe) donne c’è la convinzione che naturale=buono, chimico=dannoso.
Come detto più volte questa idea è sbagliata, sbagliatissima, ci sono tante donne che hanno dovuto utilizzare farmaci e pomate varie per rimediare ai danni di prodotti naturali.

Spesso infatti si sottovalutano possibili allergie o forme di sensibilizzazione legate all’uso continuativo di una determinata sostanza, o si ignora che alcuni elementi siano fotosensibili. In ambito farmaceutico invece molte marche (come Avéne e Bionike, tanto per fare un esempio) producono prodotti specifici per pelli intolleranti anche se di fatto non hanno un inci verde.

L’inci, cioè la lista completa degli ingredienti che compongono un prodotto, viene oggi teoricamente valutato con il noto Biodizionario di Fabrizio Zago.
Lo stesso Zago, nella home del sito, specifica 3 importanti fattori:
1) Quanto riportato è il suo personale punto di vista;
2) Che il suo punto di vista non è statico, ma si evolve;
3) Che le molecole sintetiche non sono sempre da bandire.

Che io sappia, il Biodizionario valuta i prodotti (con il sistema dei semafori) in base all’impatto dei relativi ingredienti sull’ambiente e non direttamente sulla pericolosità per la salute umana (che viene quindi tirata in ballo di riflesso).

La vasellina è un petrolato.
Il petrolato non è un ingrediente “artificiale” come in molte pensano; esso infatti viene ricavato dal petrolio per raffinazione tramite distillazione.

Esso viene usato da oltre 100 anni nell’industria cosmetica come umettante.

Una sostanza umettante, in linea generale, contribuisce a mantenere la cute idratata.
Ogni giorno infatti, per effetto della perspiratio insensibilis, perdiamo fisiologicamente circa 700 ml di acqua sia tramite espirazione sia tramite perdita idrica cutanea passiva, che non va confusa con il sudore -generato invece da una secrezione ghiandolare attiva- (fonte my-personaltrainer.it).

Questa perdita idrica cutanea può essere “combattuta” con 2 tecniche:
1) Formare uno scudo che che limiti la perspiratio insensibilis;
2) Applicare un prodotto che trasferisca acqua alla cute.

La glicerina ad esempio lavora nel secondo modo. E’ polialcol igroscopico cioè cattura le molecole di acqua e la trasferisce alla pelle. Tuttavia in determinate quantità ed in particolari condizioni di umidità, fa l’effetto contrario seccando la cute.

Il petrolato invece agisce nel primo modo, formando uno strato lipidico sulla pelle. Non la idrata, semplicemente evita che questa si disidrati da sola. Questo esclude la presenza di un presunto effetto rebound secondo il quale l’uso prolungato di un prodotto a base di mineral oil provochi secchezza. Tale secchezza è quindi da associare a qualche altro componente del prodotto, non al mineral oil.

Dato che un prodotto con mineral oil forma una sorta di barriera, tempo fa si riteneva che fosse automaticamente un prodotto comedogeno. In realtà non è così ed è cosa nota da già da vari anni, come dimostra l’articolo del Science Daily che vi riporto.

E’ largamente usato nell’industria cosmetica e farmaceutica perché è completamente trasparente e inodore. Gli studi clinici di DiNardo JC del 2005, hanno dimostrato che l’olio minerale di tipo farmaceutico non occlude i pori, è più stabile rispetto alla maggior parte degli oli vegetali ed è proprio grazie all‘eccellente inerzia chimica che si riducono la probabilità di intolleranze cutanee (fonte Wikipedia).

Recentemente si è poi sviluppato un diffuso allarmismo circa il potenziale tossico e cancerogeno dei petrolati a seguito di quanto riportato in una direttiva comunitaria.

La direttiva in questione è la Direttiva sostanze pericolose n.67/548/CEE (che non è cosa nuova dato che risale al 1967!) secondo cui il petrolato viene classificato come cancerogeno di cat.2, a meno che non ci sia certezza (quindi si devono fornire delle analisi di laboratorio) che il processo di raffinazione abbia eliminato tutte le impurità.

A tal proposito bisogna dire che:
1) La European Pharmacopoeia e la Food and Drug Administration (FDA) americana – enti che regolano severamente la sicurezza di tutti i prodotti che sono destinati all’uso umano- hanno stabilito i requisiti di purezza dell’olio minerale di tipo farmaceutico sostenendo che l’olio deve essere puro al 99% e non deve contenere impurità chimiche inclusi batteri e metalli pesanti (fonte Wikipedia).
2) Gli studi (come quello che vi riporto in basso) continuano a dimostrare che il mineral oil (per le quantità e le modalità di applicazioni solite) non è dannoso per l’uomo;

3) Giusto per essere precisi bisognerebbe fare riferimento alla direttiva 2004/93/CE che modifica la direttiva 76/768/CEE del 1976, dato che la direttiva 67/548/CEE è stata in realtà abrogata dal regolamento CE n°1272/2008 che, come scritto chiaramente pagina 8 non si applica ai cosmetici per i quali continua a valere la direttiva 76/768/CEE del 1976.

Ora non voglio stare qui a girare tra le normative, tanto il succo non cambia, ma è per far capire che spesso si trasmettono, per “inerzia”, dati sbagliati.

Onestamente sono stata 1 settimana a leggere informazioni tra le 1355 pagine de regolamento 1272/2008 e non ho trovato dati certi in termini di quantità e via d’esposizione. Infatti la categoria di pericolo H350 non presenta informazioni esplicite.

L’unica cosa che si sa è che “può provocare il cancro”. Quante cose oggi come oggi “possono provocare il cancro”? Anche dei cellulari (o meglio delle onde, ecc ecc…) si dice che possono provocare il cancro, scagli la prima pietra chi non lo usa per questo motivo!

Per quanto mi riguarda credo che sia giusto essere informati su tutti gli aspetti di un prodotto, ma attualmente mi ritengo “neutrale”, non voglio dire che il mineral oil sia un elemento ottimo ma non mi sento di demonizzarlo e non credo sia giusto farlo, in primo luogo perché non credo sia giusto parlare senza potersi basare su dati scientifici concreti ed in secondo luogo tutte noi abbiamo usato prodotti di questo tipo fino ad un paio di anni fa e nessuna si era mai lamentata, anzi.

Inoltre mi sembra strano che nessuno (o quasi) abbia citato la possibilità che questa demonizzazione del mineral oil sia stata accentuata da una qualche strategia di marketing volta a mettere in buona luce piccole aziende sconosciute oppure a giustificare costi più elevati per prodotti analoghi.

Conclusione?
Quando si decide di seguire una filosofia o uno stile di vita, bisogna essere COERENTI per poter avere voce in capitolo.
Se si decide di essere eco-bio, non basta comprare lo shampoo Lavera, bisogna esserlo fino in fondo ed imparare a fare tutta una serie di rinunce per il bene del pianeta. Solo così ci si può permettere realmente di criticare e/o ”condannare” gli altri.

Chi non è eco-bio nel profondo dovrebbe -a mio modesto parere- limitarsi a consigliare e suggerire prodotti alternativi, senza pretese, mostrando così che ognuno può fare un piccolo passo verso qualcosa di buono.
Happy Make-up!

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Commenti (22)

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  1. Miry ha detto:

    Ho letto l’articolo. Purtroppo gli estremisti ci sono in tutti i campi. Io uso prodotti eco bio senza siliconi parabeni etc. La mia pelle è bella. Purtroppo la contestazione che viene fatta su alcune sostanze dal punto di vista dermatologico e anche sulla quantità. Se ti ritrovi una crema ricca di paraffina e siloconi il prodotto sarà inevitabilmente occludente. Quindi se dici alla signora di schiaffarselo in faccia per andare a dormire non le fai un favore perché la pelle non ha modo di respirare. Se ti ritrovi i siliconi in fondo all’inci allora può essere un prodotto accettabile se correttamente usato. La differenza sta in questo.
    Poi i siliconi rischiano di essere come la maionese: mascherano la qualità di un prodotto, perché lo rendono setoso e gradevole quando magari ha poche sostanze funzionali. Io mi arrabbio quando vedo prodotti VERAMENTE dannosi e scadenti, che magari vengono venduti dalle profumerie a prezzi esorbitanti.

  2. Amaranta ha detto:

    mi ricordo quando ero piccolina e mia madre mischiava la crema per i capelli con l’olio di mandorle o di avocado per ammorbidire il cespuglio :))

    sinceramente quello che mi crea antipatia non è l’uso di prodotti bio (li uso anche io) ma l’atteggiamento da pecora delle persone che prendono come oro colato quello che dice una persona o un gruppo. Nel caso dell’ecobio loro prendono come Vangelo il cosiddetto biodizionario e le parole del creatore e come per magia gli altri chimici sono diventati tutti del cogli***. Poi si sono creati addetti e ora si vedono questi mantra sparsi su internet: la paraffina, il PEG ecc.

    Però la gente ora con questa smania di INCI che in realtà parla molto poco della validità del prodotto in questione, non pensa che magari il processo produttivo del prodotto sia ad esempio inquinante. Sapiamo che la CO2 emessa dagli impianti è molto più nociva di qualunque altro “ingrediente”.

    Con questo non voglio dire che i prodotti naturali come gli olii, o le crema erboristiche siano cattive, ma quello che trovo sbagliato è la mania di dubitare sempre dall’idoneità dei prodotti. Ad esempio se provi a parlare di un prodotto interessante, magari di un sapone non testato sugli animali spunta un talebano dell’inci e inizia a romperti perché quel sapone non c’è il certificato tale, l’inci bla bla bla, la stessa cosa per i prodotti a basso impatto ambientale non necessariamente bio. E per finire molte scrivono delle cavolate su prodotti mai usati ma solo perché sono fissate che devono demoralizzare i prodotti non “ecobio”.

    Poi alla fine queste che non prendono i farmaci perché testati per legge non prendono in considerazione che anche la benzina è testatissima sugli animali e anche le sigarette. Io ad esempio sono contraria ai test sugli animali e cerco di comprare il più possibile prodotti non testati d’altronde non vado a buttare fango su medici e farmacisti.

    Il problema è che in Italia la mania di seguire le sette, le idee pre concepite ecc sta diventando un po’ preoccupante, si vedono queste cose anche nel campo sociale e politico questa tendenza

  3. marzia ha detto:

    Aiutooooo ho fatto un ordine beautybay il nove ottobre e a oggi nn ho ricevuto niente…… la mail di conferma nn ha il numero x rintracciare l ordine…. ho paura di verena preso una fregatura …. come posso fare? anche xké l importo è arrivato di 123€….

  4. pamy_eclisse83 ha detto:

    bellissimo post per il quale ti faccio davvero i complimenti!!! anche secondo me sta fissazione dell’eco bio è più una moda che una reale tutela alla nostra salute… ti stimo un sacco e ti leggo sempre!!!

  5. Sbam ha detto:

    complimenti per il post e per il tempo dedicato.
    e brava anche per le critiche agli estremismi, che non sono mai buona cosa.

  6. Maya ha detto:

    sono assolutamente d’accordo con te, grande Makeuppy! ti stimo ancora di più adesso ; )

  7. Hermione ha detto:

    Anzi, continuo il papiro, sperando di farti sorridere con il fenomeno (per ora poco diffuso) dell’antieco-bio di ritorno (definizione mia).
    Ovvero di chi prima abbraccia entusiasticamente l’eco-bio e inizia a spalmarsi addosso di tutto, senza considerare che naturale non equivale automaticamente a innocuo, buono, sicuro; e dopo, a fronte dei disastri combinati sulla pelle, inizia a dire che l’eco-bio non va bene, evviva la cosmetica tradizionale, ecc. ecc.
    Esempio (vero): la tipa con la pelle mista/grassa che si riempie a più non posso di olii e burri di ogni tipo, senza alcuna scrematura basata sulle loro caratteristiche, perché “sono prodotti naturali”… secondo te, dopo qualche mese di questo ambaradan, come è andata a finire?
    Alla fine moda eco-bio e antieco-bio di ritorno sono gli estremi che si toccano, o le due facce della stessa medaglia.

  8. Hermione ha detto:

    Ciao, ho molto apprezzato questo post.
    Pur utilizzando alcuni prodotti naturali (soprattutto per la cura della pelle del viso), rimango sempre molto infastidita dai toni aggressivi con cui spesso viene portata avanti la “causa” eco-bio.
    E difatti continuo ad usare con soddisfazione anche prodotti di make up tradizionale (anzi, numericamente sono la maggior parte), faccio solo maggiore attenzione alla composizione di creme/detergenti ecc., sempre tenendo conto che (come giustamente hai già sottolineato tu):
    – anche le sostanze naturali possono provocare reazioni cutanee, allergie, ecc. (sono anni che lo ripeto, ben prima che si scatenasse la moda dell’eco-bio);
    – petrolati, siliconi sono sostanze inerti (sei la prima che lo scrive, finalmente!!);
    – l’importante (come in tutte le cose) è usare misura e buon senso, e considerare attentamente le caratteristiche e le esigenze della propria pelle.
    Non è possibile sentire/leggere persone che si sentono in dovere di scusarsi se usano il primer siliconico perché vogliono che il trucco duri! Per la miseria, ognuno potrà usare quello che preferisce e con cui si trova bene, o no? (Per inciso, se esco la sera o vado a una festa lo uso anch’io, non sarà certo un po’ di silicone sul viso a uccidermi!).
    Personalmente (e qui vado sul paradossale/provocatorio anch’io) quando sento certi toni da crociata, per reazione mi verrebbe voglia di andare sparata in ferramenta, comprare il Saratoga e spalmarmelo direttamente sulla faccia! xD
    Concludo il papiro dicendo che la tua osservazione sul marketing è indubbiamente interessante.

  9. laura d ha detto:

    Ciao
    post molto bello e, vorrei sottolinearlo, equilibrato

    Personalmente credo che esagerare da una parte o dall’altra sia sbagliato, ho apprezzato molto quel che hai scritto sia per come lo hai scritto sia per averlo appoggiato su documenti veri, non su improbabili “ricerche” trovate chissà dove e spacciate come “prove” (la diceria del latte che fa venire i tumori è stata riportata anche a me).

    Ho apprezzato molto la frase di chiusura sulla coerenza ma anche il tono generale del post: non cerchi di imporre il tuo punto di vista e dimostri rispetto per chi la pensa diversamente da te – mi dispiace dirlo, ma tante/i sostenitori/trici dell’ecobio e del veganismo non lo fanno, anzi, cercano di dimostrarti che sei una povera deficiente e che solo loro hanno in mano la “verità rivelata” (parlo per esperienza) – e, sì, ho apprezzato anche la “frecciatina” sul marketing, perchè purtroppo c’è una strategia che ti “indirizza” verso il biologico in tutte le sue forme; che il bio faccia bene è quasi sicuro, che ti dicano di consumare prodotti a base, ex, di soia “biologica” (prodotta in massima parte dalla Novartis deforestando le foreste brasiliane) suona un po’ strano (anche perchè la Novartis produce soia OGM!)

    Dimenticavo: personalmente cerco di usare prodotti con meno ingredienti possibili e senza troppi derivati dal petrolio (ma al momento nessuna crema viso ecobio mi ha soddisfatta), ciò non toglie che qualcosa ci sia sempre, come shampoo ne uso uno normale ma poco schiumogeno così cerco di sprecare meno acqua per il risciacquo, preferisco sapone solido e doccia a bagnoschiuma e così via, fermo restando che se deve venirti un tumore ti viene comunque
    Scusa la prolissità ma l’argomento mi appassiona

  10. Miki ha detto:

    Un post praticamente perfetto e scritto benissimo.
    Concordo con te sul fatto che l’eco-bio sia una moda e che ci sono persone che si taglierebbero le vene pur di non spalmarsi petrolato sulla faccia ma poi, ad esempio, fumano!
    Ho letto l’esperienza di Silvia e sono molto contenta per lei. Di contro potrei portare la mia esperienza: anni e anni di creme “da supermercato” e non ho mai avuto problemi di pelle. Non appena, per curiosità, sono passata ai prodotti eco-bio il mio viso è diventato un disastro! Grani di miglio, pori dilatati, rossori allucinanti e pelle sempre irritata e no, non era questione di alimentazione, perchè ho un regime alimentare abbastanza sano e controllato.
    La questione del petrolato è abbastanza incerta quindi lo evito almeno nei prodotti per il viso e per le labbra ma senza fanatismi e demonizzazioni esagerate.
    Credo che ognuno debba cercare di capire di cosa ha bisogno la propria pelle e darglielo. Evitare il petrolato, purtroppo, non ci salva dai tumori.

  11. Rita ha detto:

    Ciao “makeuppy”!! sono D’ACCORDISSIMO con te, punto!

    Mi salvo il post che e’ veramente ben fatto, obiettivo, chiaro e preciso! Mi piace soprattutto la parte finale delle tue conclusioni: concisa, ma azzeccatissima!

    Molto saggia ed equilibrata…ma “ferma” sui tuoi punti!

    Baci

  12. Silvia ha detto:

    Io so solo una cosa:
    Ho usato dalle creme, dei fondi, dei detergenti che contenevano siliconi, petrolati, paraffine e tutto ciò che hai nominato per OTTO anni, semplicemente perché non conoscevo l’esistenza dell’INCI e di conseguenza non sapevo nemmeno l’esistenza di tutto ciò. Io in questi otto anni ho avuto un’acne abbastanza pesante.. Ho provato TUTTO.. dermatologo, creme di farmacia, lampade (mi dicevano che seccavano l’acne e i brufoli), rimedi della nonna, rimedi “chimici” ecc ecc.. MA NIENTE, continuava ad esserci anzi peggiorava quasi! Più al giorno mettevo il fondotanta per coprirla (mi vergognavo tanto e mi sentivo sempre a disagio, chi ha/ha avuto l’acne può capire) e più era peggio.
    Poi un giorno (8/9mesi fa circa) ho scoperto l’esistenza di questi componenti e mi sono detta “ho provato di tutto, proviamo a togliere questi “ingredienti” dalla mia routin di cosmetici”.
    Ho tolto il fondo liquido e ho comprato il minerale (all’inizio è stato difficile perché non aveva la coprenza di uno liquido e quindi come ho detto mi sentivo a disagio), ho tolto i detergenti da supermercato e ho comprao una saponetta naturale (o la faccio io :D), ho tolto la crema da supermercato e ho preso una naturale…… e ora dopo 8/9 mesi IO POSSO USCIRE ANCHE SENZA MINERALE.. NON HO PIù NEMMENO MEZZO BRUFOLO (il solito brufoletto pre-ciclo e nient’altro!). Ora io non so se sono cancerogeni o meno, so solo che io PER ORA non li userò MAI più! Per me quei componenti sono come “vade retro satane”.
    Io ora sono felicissima e mi sembra un sogno. QUINDI PER QUANTO MI RIGUARDA NON è UNA MODA. La stessa cosa ho fatto per il corpo (avevo l’acne anche li e ora come sul viso anche li è sparita da quando non uso più i bagnoschiuma e le creme corpo da supermercato). Poi però devo dire che a mia mamma non succede nulla se li usa (li usa da sempre praticamente), io invece solo a vederli mi riesce lo sfogo, forse sarò ‘allergica’ BOH
    SCUSATEMI PER IL PAPIRO :)

  13. Alessandra ha detto:

    Condivido la questione della coerenza, ma vorrei sottolineare alcuni punti. Tutte le ricerche scientifiche a seconda di chi le porta avanti possono dire tutto e il contrario di tutto. I vegani sono riusciti a “creare” anche ricerche in cui si prova che il latte è cancerogeno. Su questo influisce anche il potere che le multinazionali hanno anche quando si tratta di studiare la pericolosità o meno di qualcosa.
    Per esempio, che la Food and Drug Administration (FDA) americana dica che il petrolato non fa male, per me non è fonte di certezza, dato che ha detto che pure gli edulcoranti come l’aspartame sono sicuri, quando c’è quasi la certezza che siano cancerogeni (accettando per altro studi controversi con grosse lacune [topi che morivano e poi ricomparivano], e non accettandone altri per questioni meramente burocratiche [studi che non uccidevano i topi, ma li lasciavano vivere]). Con questo non voglio ovviamente mettere in dubbio le tue ricerche, ma vanno prese pure loro con le pinze, come qualsiasi amico biologo o chimico ti direbbe.
    La realtà è che il petrolato è raffinato dal petrolio. E già questo per me è un buon motivo per non usarlo, soprattutto sulla mia faccia. E credo che molti – sapendolo – la penserebbero come me.

    • Makeuppy ha detto:

      Ciao Alessandra,
      capisco il tuo punto di vista. Di fatto, per quanto mi riguarda, ho semplicemente voluto illustrare le perplessità che mi impediscono di “prendere una posizione” se così vogliamo dire e soprattutto desidero far capire (come ho scritto in un commento precedente) che non bisogna credere ciecamente in qualcosa solo perchè tutti lo fanno, bisogna interrogarsi e riflettere. E questo articolo nasce proprio come spunto di riflessione.

      Colgo l’occasione anche per salutare Silvia. Sono contenta che la tua situazione sia migliorata e che tu abbia trovato pace ma, dato che in molte soffrono di acne vorrei sottolineare che talvolta una forma di acne diffusa, come quella che hai descritto, potrebbe essere legata ad altri fattori come alterazioni ormonali, problemi tiroidei, stress e cattiva alimentazione, fattori spesso ignorati completamente. Ciò non toglie che una crema può far venire i brufoli, anche a me è capitato (per ultima, la crema viso MAC).

      Un abbraccio ad entrambe :)

  14. Angela ha detto:

    Ognuno è libero di usare i prodotti che vuole sulla sua pelle, fatto sta che personalmente, a me fa schifo spalmarmi la faccia di una sostanza che deriva dal petrolio! E non si tratta di questioni unicamente ambientaliste… si tratta anche di pensare a cosa fa bene alla nostra pelle e cosa no (ovviamente è tutto soggettivo).

    • Makeuppy ha detto:

      Ciao Angela,
      hai ragione, è tutto soggettivo.
      C’è gente che si spalma bava di lumaca sul viso, creme a base di veleno d’ape, maschera per il viso a base di placenta di pecora neozelandese (vedi Victoria Beckham), shampoo e balsamo a base di sperma di toro.
      Saranno anche cose 100% naturali ma ci vuole un certo coraggio! :)
      Un abbraccio!

  15. mariarita ha detto:

    Ciao Alessia, complimenti per l’articolo: è esaustivo, chiaro e finalmente mette anche un pò un freno a questa moda dell’ecobio! L’unica opinione che posso esprimere, avendo alle spalle studi medicina, è che i farmaci, pur utilizzando ingredienti inquinanti per l’ambiente, salvano e continuano a salvare miliardi di persone! Ma con quale coraggio i fissati con l’ecobio si permettono di demonizzare TUTTI i prodotti (inclusi i farmaci) “commerciali”? Purtroppo si è perso di vista il significato primario dell’ecobio: ecobio significa solamente sicurerzza per l’ambiente MA NON necessariamente e sicuramente sicurezza per la salute!

  16. Ere Kanezawa ha detto:

    Il tuo post è molto interessante, e concordo su alcune cose!

    Tuttavia non credo che essere coerenti sia la chiave per poter criticare o giudicare gli altri. Ed essere coerenti fino in fondo, calcolando tutte le varianti rispetto al nostro vivere sulla Terra, è praticamente impossibile.

    “Bisogna” essere coerenti per esserlo, ma MAI giudicare gli altri. Esprimere la propria opinione sì, ma mai dire “quella roba ti fa venire il cancro, sei una stupida se lo usi” e neanche “sii coerente o taci per sempre”.

    Almeno, io la penso così! :)

    • Makeuppy ha detto:

      Ciao Ere,
      ti ringrazio per il tuo commento. Diciamo che la mia affermazione è provocatoria, è finalizzata a far capire che non ha senso predicare bene e razzolare male. Purtroppo oggi, soprattutto in rete, vedo un’aggressività ingiustificata, spesso frutto dell’ignoranza (da intendere nel senso letterario del termine, non in senso dispregiativo). Non bisogna credere ciecamente in qualcosa solo perchè tanti altri lo fanno (e la storia insegna!) bisogna interrogarsi e trovare spiegazioni scientificamente attendibili su cui riflettere. Spero di aver chiarito il mio punto di vista :) Un abbraccio!

  17. rossella ha detto:

    Sono totalmente d’accordo! è da un annetto che sul web e fra le tutorialists dilaga la moda dell’ecobio…e hai proprio ragione, è un’autentica moda. prima vi erano solo alcuni canali dove le ragazze dicevano di utilizzare prodotti eco-bio, adesso sembra che se non usi l’eco-bio non meriti di vivere. persone che addirittura si giustificano perchè non usano cose completamente naturali. io sono una di quelle che personalmente se ne frega, e non aveva mai sentito parlare dello shampoo lavera prima di qualche mese fa. sinceramente, se posso tento di evitare i siliconi nello shampoo e nel balsamo, ma non andrei mai a spendere 10 euro per un flacone, più ovviamente le spese di spedizione. preferisco che un ombretto contenga qualcosa di chimico, ma che almeno regga tutto il giorno :) e poi santo cielo, se volessimo evitare tutte le cose artificiali dovremmo andar tutti vestiti di canapa ;) un bacio

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